Cristo – la più piena immagine di Dio
DOI:
https://doi.org/10.21906/rbl.400Abstract
Il Nuovo Testamento, soprattutto san Paolo, continua il motivo dell’immagine, presente nell’Antico Testamento e sviluppato nel giudaismo ellenistico. Negli scritti veterotestamen ta ri questo motivo viene riferito all’uomo (cf. Gen 1, 26-27; Sap 2, 23; Sir 17, 3) e alla Sapienza (cf. Sap 7, 26). Nel Nuovo Testamento l’uomo rimane l’immagine di Dio (cf. 1 Cor 11, 7; Col 3, 10; Gc 3, 9), ma la vera e incomparabile immagine di Dio è Cristo (cf. 2 Cor 4, 4; Col 1, 15; Eb 1, 3). Egli ha reallizzato in sé e molto trasceso tutti i tratti dell’immagine di Dio percepibili nell’uomo e nella Sapienza. La locuzione „l’immagine di Dio” e i suoi equivalenti contenutistici riferiti a Cristo si trovano ogni volta in un contesto elevato ed esprimono la Sua essenza. Quale Figlio di Dio, generato dal Padre prima dei secoli, Cristo è legato con Lui con il vincolo della stessa natura, condivide la Sua esistenza, gloria e immortalità, Lo conosce totalmente e sta in un dialogo incessante con Lui, nonché collabora nell’opera sia di creazione, che di salvezza. Per questo Cristo è il Signore dell’universo e Datore di vita, Primogenito, inizio e fine di tutto. Egli rivela pienamente Dio, la Sua potenza, sapienza e amore, è il Suo rappresentante e mediatore tra Lui e il mondo. Il Figlio incarnato è l’immagine di Dio nella forma umana. La gloria di Dio, che con Lui irruppe nel mondo, non è più abbagliante come nell’Antico Testamento, ma trasformante, non rovina, bensì ravviva.
Published
How to Cite
Issue
Section
Authors who publish with this journal agree to the following terms:
- Authors retain copyright and grant the journal right of first publication with the work simultaneously licensed under a Creative Commons Attribution License that allows others to share the work with an acknowledgement of the work's authorship and initial publication in this journal.
- Authors are able to enter into separate, additional contractual arrangements for the non-exclusive distribution of the journal's published version of the work (e.g., post it to an institutional repository or publish it in a book), with an acknowledgement of its initial publication in this journal.
- Authors are permitted and encouraged to post their work online (e.g., in institutional repositories or on their website) prior to and during the submission process, as it can lead to productive exchanges, as well as earlier and greater citation of published work (See The Effect of Open Access).