Giovanni Paolo II – l’uomo buono
DOI:
https://doi.org/10.21906/rbl.586Abstract
L’andare di Giovanni Paolo II alla casa del Padre ha toccato profondamente tutti, credenti e non credenti. Il modo in cui il Papa viveva i suoi ultimi giorni, segnati dalla sofferenza, la sua pasqua dalla morte alla vita in Dio, ha confermato definitivamente la sua grandezza. Agli occhi del mondo è sfavillata la sua bella umanità e allo stesso tempo si è aperto unenorme e doloroso vuoto. La vicenda dell’uomo rassomiglia a quella di un albero: si può valutarne bene la grandezza, salute e posto nel paesaggio solo quando è abbattuto.
L’umanità del Santo Padre era tutta tessuta dei valori massimi di verità, libertà, amore... Il Papa li realizzava con radicalismo e coraggio che però sapeva unire alla mitezza e rispetto verso gli altri. Questa difficile sintesi testimonia il suo genio morale. Il fondamento dell’umanità di Giovanni Paolo II era la fede in Dio che rafforza le naturali capacità dell’uomo e permette di unire tutti gli elementi della realtà umana, inclusa la sofferenza e morte, in un armonioso insieme. Il legame con Dio non lo separava dagli uomini, ma lo apriva ancor di più a loro. Infatti, accanto a lui si radunavano sia giovani che adulti ed egli li univa sulla base dei valori che riconosceva. Col passare del tempo, la comunità attorno a lui aumentava, nel giorno del suo funerale abbracciava pressoché tutto il mondo. Ciò dimostra la giustezza dell’antropologia evangelica alla cui luce costruiva tutta la sua vita.
I mezzi con cui il Santo Padre foggiava la sua umanità erano semplici, ma esigenti. La fonte della forza e della luce costituiva per lui soprattutto una fervida e costante preghiera, frequente partecipazione ai sacramenti e sistematica meditazione sulla Parola di Dio. A queste pratiche religiose univa un solido studio delle diverse materie: letteratura, filosofia, teologia. Con passione perseguiva la verità, voleva raggiungere l’essenza delle cose e fenomeni, trattava le questioni del tempo, confrontava i risultati delle sue riflessioni con le opinioni degli scienziati, artisti, politici. La luce della fede unita alla sapienza umana lo faceva un profeta dei nostri tempi che vedeva più lontano e più profondamente e influiva in modo efficace sul corso della storia. Poteva operare così molto grazie alla sua enorme laboriosità, sfruttamento di ogni istante e fedeltà nel poco.
In verità per il Papa niente era di poco valore, egli scorgeva in tutto la straordinarietà, dappertutto scopriva con meraviglia le tracce della bellezza, sapienza e amore di Dio – nell’uomo, negli eventi, nella natura. Voleva rispondere a questo amore anche con amore con il quale abbracciava Dio, uomini e ogni creatura. L’amore faceva sì che non si sentisse mai annoiato né stanco e che esercitasse così forte influsso sugli altri. La gente si affezionava a lui, ricambiando il suo amore paterno e cercava di tramandarlo oltre, tentando perfino di riconciliarsi con i nemici. Infatti, è difficile resistere al potere dell’autentico amore!
Di Giovanni XXIII si diceva: „Papa buono”, invece di Giovanni Paolo II si dice in modo più principale: „uomo buono”, poiché in lui si è manifestata nella misura rarissima la stessa umanità, la sua forma piena. Essere buono vuol dire essere vicino a Dio che come unico è veramente buono e fonte del bene. Dunque l’uomo buono è anche santo e grande. Tale era Giovanni Paolo II, perché cercava sempre di stare vicino a Dio, seguendo Cristo e la sua Madre. In questo cammino lo aiutavano la tradizione e la cultura polacca che nelle loro espressioni più alte sono fino in fondo evangeliche.
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